19/07/2016

Esami finiti

Terminato anche l’ultimo giro di boa, il concorso è giunto al termine e non rimane ormai che tirarne le somme ed attendere gli esiti.

L’estate è ormai inoltrata, e così come per gli studenti sono terminati gli esami di maturità, anche per i nostri concorrenti si è concluso questo lungo percorso.

Durante questi nove mesi in cui ci siamo messi in gioco, i mercati ci hanno messo a dura prova.

Quando la competizione aveva avuto inizio, lo scorso ottobre, i mercati sembravano godere di maggiore salute, e si stavano riprendendo da un’estate difficile, segnata dallo scoppio della bolla dei mercati emergenti. A novembre, le prime sedute all’indomani degli attentati di Parigi sembravano dimostrare una proccupazione non eccessiva da parte degli operatori. Ciononostrante, nelle settimane e nei mesi seguenti abbiamo dovuto affrontare un’importante depressione dei corsi, proseguita inesorabilmente e culminata nei minimi della prima metà di febbraio, benché non vi siano stati fattori oggettivamente drammatici, e sottolineata da un’impressionante corsa all’oro.

Ad inizio anno abbiamo poi dovuto imparare a conoscere il Bail-in che ha mutato, in certo senso, la gerarchia degli strumenti finanziari in tema di rischio, aspetto questo di cruciale importanza per la valutazione degli investimenti.

Il rimbalzo seguito ai minimi di febbraio, pur non essendosi tramutato in un’impostazione strutturale dei listini, ha ridato fiducia agli investitori, confortati dalle politiche accomodanti delle Banche centrali. A frenare la corsa delle borse è stato il proverbiale storno di maggio che, pur potendosi configuare nell’immediato come una presa di profitto, ha anche denunciato l’incertezza, da parte dei risparmiatori, circa la possibilità di assistere ad una decisa ripresa dell’economia reale (in primo luogo stabilità della crescita, calo della disoccupazione, aumento dei consumi e rialzo dei tassi) in uno scenario internazionale dominato da tensioni politiche, crisi umanitarie e crescita disomogenea sul piano territoriale. La tendenza è stata quella di alleggerire i portafogli e puntare su asset meno rischiosi, in attesa di conoscere l’esito del referendum Brexit e le decisioni della FED in materia di tassi di interesse.

La vittoria dei Leave, nonostante il rinvio del rialzo dei tassi, ha generato ulteriore scompiglio, seppur parzialmente superato.

Volendo ridurre il movimento erratico dei mercati degli ultimi nove mesi a numeri, possiamo dire che dal 1° ottobre 2015 il FTSE Mib ha perso oltre il 20%, l’EuroStoxx 50 oltre il 10%, Nikkei 225 e BRICS hanno guadagnato tra il 5 e l’8%, mentre lo S&P500 ha messo a segno oltre il 10%.

Il cambio Euro/Dollaro, pur con ampie oscillazioni e qualche breve sforo, ha confermato la tenuta del canale 1.05-1.15.

L’oro, pur essendo lontano dai massimi assoluti del 2011, quest’anno ha invertito il trend negativo, godendo di un apprezzamento di circa 300 dollari l’oncia, come anche il petrolio, che realizza il 60% da inizio anno.

Come hanno gestito i capricci dei mercati i nostri concorrenti? Parrebbe che non abbiano ruotato i propri portafogli ad ogni mutamento del tempo, ma anzi abbiano conservato, in linea di massima, la stessa asset allocation. I promotori, come anche nelle precedenti edizioni, si confermano i più prudenti, con un peso degli asset obbligazionari mediamente più elevato, tra il 35 e il 40%, contro il 30-33% dei privati e degli studenti. Ad essere stati maggiormente attivi nella rotazione dei portafogli sono stati i privati, come si evince anche dalla spesa media in commissioni.

In attesa della proclamazione ufficiale dei vincitori dell’ultimo giro di boa e della competizione totale, possiamo ora assistere ai prossimi sviluppi dei mercati, certi che continueranno a regalarci gioie e preoccupazioni.